1. Introduzione - Libretto Huellas de tu ser

Huellas de Tu Ser - Impronte del tuo essere

Libretto Huellas De Tu Ser - Impronte Del Tuo Essere

Huellas de tu Ser - Impronte del tuo essere al Teatro Osoppo

30 Giugno e 1 Luglio 2022 Teatro Osoppo Milano

Spettacolo di flamenco de Il Mosaico Danza Milano, corsi tenuti da Sabina Todaro

Programma dello spettacolo

Ti diamo il benvenuto a questo spettacolo: Huellas de tu ser, impronte del tuo essere.

Sono Sabina Todaro. Questi che vedrai in scena sono i miei allievi dei corsi di baile flamenco. Dopo due anni in cui non abbiamo potuto fare questa meravigliosa festa, che è il nostro spettacolo di fine anno, abbiamo messo tutti i nostri sforzi per cercare di rendere possibile questo evento, nonostante tutte le difficoltà di questo periodo.
Grazie di essere qui.

Huellas de tu ser, impronte del tuo essere

Ognuno di noi lascia impronte intorno a sé. Il nostro passaggio su questo pianeta è qualcosa che cambia radicalmente ciò che abbiamo intorno, ciò con cui veniamo a contatto. Imparare ad esserne consapevoli sarebbe un grande passo avanti nel nostro benessere.

Spesso pensiamo di valere poco o forse di non valere nulla, e invece ognuno di noi influisce profondamente nella vita delle persone che ha intorno, nella vita di tutti gli esseri che incrocia. Ognuno di noi lascia delle impronte e nulla intorno a noi sarebbe lo stesso senza il nostro passaggio. È bello esserne consapevoli e renderci conto che tutto quello che facciamo lascia un segno, lascia un’impronta.

Quando ci muoviamo, ad esempio, il nostro corpo disegna dei corridoi nello spazio. Se immaginassimo lo spazio denso come… un tiramisù, il nostro corpo lascerebbe proprio dei segni all’interno di questo spazio denso. Bene, se ne siamo consapevoli, nel momento in cui ci muoviamo, il nostro movimento sarà più pieno, sarà più presente.

Tutti lasciamo un segno al nostro passaggio, tutti. Persone e animali. Questo concetto mi ricorda tanto anche il mio cane, Juanjo, che, purtroppo, se n’è andato da poco, all’età di 18 anni suonati. Un cane super appassionato di flamenco e che tutti al Mosaico hanno amato ed apprezzato come la nostra mascotte pelosa.

Se abbiamo occhi e cuore aperti, possiamo vedere, possiamo sentire il regalo che gli altri ci stanno facendo. Ciò che possiamo imparare dagli altri ci aiuta sicuramente a vivere meglio, ma ancor di più è importante che diventiamo consapevoli del nostro regalo verso gli altri.

Di quello che gli altri possono imparare da noi, del godimento che possiamo dare alle altre persone al nostro passaggio. Il flamenco è fatto tanto di questo. Se io vado a teatro e guardo qualcuno che balla, canta e suona molto bene e dico: “Oh, caspita, come è brava questa persona”, in quel momento che cosa ho imparato? Che cosa questa persona mi ha lasciato? Nulla. E allora che cosa è importante, che io vada a teatro e che guardi qualcuno che ha studiato tanto e che è molto bravo? O che io me ne torni a casa con una emozione e avendo capito qualcosa di più di me stesso?

Lo scopo del flamenco è quello di muovere il mondo emozionale, di muovere la vita emotiva delle persone. Per quale ragione? Ma perché il flamenco nasce da lì! Il flamenco nasce dal cuore, nasce dall’emozione. Nasce dalla presenza e nasce anche dalla consapevolezza della presenza. Il mio messaggio è sempre quello di essere consapevoli essere presenti, godersi il momento, godersi il presente e sapere che tutto questo sta arrivando ad un interlocutore davanti a noi, anche qualora l’interlocutore fosse assente.

Ad esempio posso ballare, posso cantare, posso suonare per qualcuno che non è qui! Ogni volta che un essere amato si allontana da noi, perché parte, o perché semplicemente parte per un’altra dimensione, la cosa migliore che possiamo fare è essere consapevoli delle sue impronte, di ciò che ci ha lasciato, di ciò che ci ha insegnato. E finché questo sarà sempre vivo dentro di noi, quella presenza non mancherà di accompagnarci ed insegnarci ancora ogni giorno qualcosa di speciale.

Sono come dei piccoli semi che ognuno mette nel cuore degli altri. Coltiviamoli! Coltiviamo i nostri nei cuori degli altri e coltiviamo i semi degli altri nel nostro cuore.

Il flamenco ci impone prepotentemente di essere quello che siamo (anche perché ballando, suonando e cantando flamenco, ciò che siamo si vede, si vede molto chiaramente), e allora entriamo nel nostro essere, e siamo consapevoli delle impronte che lasciamo e, consapevolmente, mandiamo un messaggio. Un messaggio di presenza che è il nostro regalo a chi ci vede.

Noi ci abbiamo messo i sette sentimenti, come per fare lo spettacolo migliore del mondo, ma è uno spettacolo amatoriale, sicuramente non saremo perfetti. I nostri musicisti però sono dei professionisti, e sentirai che sono dei professionisti bravissimi, e poter ballare sulla loro musica è davvero un regalo! È un regalo per noi che balleremo, ed è un regalo per te, che sarai presente alla situazione, con la tua energia e con il tuo ascolto.

Il flamenco è qualcosa che si fa insieme, per cui tu, spettatore, non sei semplicemente seduto su una sedia come un oggetto; ma sei il soggetto attivo. Goditelo proprio.

È un po’ come assaporare del cibo o un buon vino: soffermati sulle tue sensazioni. Goditi il silenzio tra una nota e l’altra, goditi il momento vuoto tra un movimento e l’altro. Rispondi anche tu lasciando le tue impronte. Questo ci aiuterà moltissimo a cantare, a ballare, a suonare.

La tua presenza è importante, ti auguriamo di goderti lo spettacolo. Tantissimo! Fra l’altro se lo farai, questo ci aiuterà a goderlo meglio anche noi!

Qualche nota esplicativa sull’essenza del flamenco e sullo spettacolo

I nostri musicisti ci presenteranno anche dei solo di cante per darti modo di ascoltare il flamenco e di apprezzarne tutte le qualità, senza venire troppo “distratti” dai nostri ballerini!

Il fenomeno flamenco si organizza intorno al canto, il cante. È proprio “la madre del flamenco”. È la parte più importante. Per questa ragione, nonostante questo evidentemente significhi uno sforzo tremendo dal punto di vista economico per noi, non possiamo immaginare di far ballare i nostri allievi senza la presenza di qualcuno che sappia davvero cantare flamenco. Risparmiamo sul superfluo, ma non sulla musica!

Abbiamo la grandissima fortuna di avere qui con noi sul palco Jeromo Segura, che è una delle figure di punta del cante flamenco degli ultimi vent’anni, e di Carlos Guillén, che ci faranno ascoltare il cante nella sua verità, nel suo valore emozionale profondo, e ce lo faranno apprezzare tantissimo.

Le melodie nel flamenco sono tradizionali e vengono ripetute con delle varianti personali, fatte dal cantaor che le sta cantando, ma devono mantenere una aderenza tremenda alla tradizione: il flamenco è proprio fatto così! Non si può inventare una melodia “come si vuole”, come si farebbe con qualunque altro genere musicale. Bisogna ripetere le melodie tradizionali. E la creatività, l’espressività stanno nel modo di esprimere quel cante e non nelle note che vengono prodotte. Esattamente la stessa cosa accade anche ballando: il flamenco non è la coreografia, non sono i passi che facciamo, ma come li eseguiamo!

La coreografia è solo una specie di canovaccio. Uno “schema”. Il flamenco è ciò che succede tra un passo e l’altro, è il modo in cui le persone lasciano appunto le loro impronte nello spazio, e diffondono i loro messaggi intorno a sé. Di cuore, evidentemente, perché il flamenco senza cuore non è flamenco.

Il Flamenco

Il Flamenco è espressione artistica di una cultura antichissima, fortemente legata all’identità culturale del popolo gitano, ma soprattutto a quel crocevia di culture e tradizioni che è l’Andalusia, un po’ Europa, un po’ Africa, un po’ oriente…

Il complesso lavoro ritmico, la bellezza dei dinamismi e la carica emozionale che sostiene ogni sua forma permettono di sondare ed esprimere tutti i sentimenti dell’animo umano: il Flamenco è espressione della vita stessa, in tutte le sue molteplici sfaccettature.

Il baile è l’espressione di questa cultura che più si conosce all’estero poiché è più fruibile anche da parte di spettatori inesperti, ma il cuore del flamenco è la voce, il cante. Il bailaor deve essere la rappresentazione fisica della musica. In essa si deve fondere, di essa deve vibrare. E gran parte della musica nel flamenco è improvvisata, un po’ come accade nel jazz: l’improvvisazione ed il qui ed ora sono sempre presenti, e la musica si adatta alla danza, che a sua volta si adatta alla musica! Per questo vedete sul palco un gruppo di musicisti di questo livello dal vivo. Ci prendiamo il lusso di vivere il flamenco nella sua verità, senza banalizzazioni e senza mistificazioni.

Avvicinarsi al flamenco significa ascolto e studio, ma soprattutto frequentazione della Spagna, centralmente dell’Andalusia, conoscenza della lingua spagnola, esperienza diretta di spettacoli e concerti, ma anche di riunioni informali, improvvisate, trascorrendo ore seduti, ad ascoltare il cante ai festival andalusi.